torino, palacosa e tabelline
martedì 3 ottobre 2006non so se sono io che porto sfiga o qui e’ piu’ o meno sempre cosi’, ma appena passata piacenza, solo grigio.
ora siamo di nuovo in viaggio, questa volta in auto, da torino in direzione udine, passando per bergamo e verona (sinceramente queste tappe non le ho capite un granche’, ma fa lo stesso). in 5 con le valigie su una grande punto, che poi cosi’ grande non e’.
ale (che sbologneremo a bergamo), inquisition, paperoga ed emma..un quintetto di tutto rispetto.
per chi non lo sapesse, lorenza (la sopracitata inquisition) e’ esperta di tabelline, e’ lei che tiene i conti per il gruppo..poi perche’ alla domanda
“due per tre?”
risponda
“otto, sedici, ventiquattro”
non ci e’ dato saperlo.
ancora non piove, ma l’ultimo spiraglio di sole si e’ visto dalle parti dell’emilia, appunto.
curiosi i tassisti torinesi, dei quali decido di avvalermi per arrivare al palas, una volta in stazione.
“buongiorno, devo raggiungere il palaisozaki”
“palacosa?”
“palaolimpico, ho letto che si trova in corso sebastopoli, ma non sono molto esperto di torino e le sue strade”
comincio a preoccuparmi quando si consulta con un suo collega, poi un altro ancora..
“ho capito, e’ dove fanno la scherma”
“guardi, non lo so, stasera c’e’ un concerto..”
“quindi non c’entra con la scherma?”
“in linea di massima direi di no”
poi parte a razzo, dicendo che ha capito perfettamente.
e perche’ non dovrei fidarmi di un tassista di chiare origini piemontesi?
mi presta anche la stampa da leggere ed ogni tanto mi fa delle domande tipo
“da dove viene?”
“sono marchigiano?”
“ed e’ venuto a torino dalle marche?”
“beh, si, le assicuro che e’ una cosa non troppo difficile..”
poi intravedo il caro delle alpi e rimango un po’ interdetto, mi aspettavo che il palacosa fosse da ben altra parte..
forse si vede la mia faccia perplessa dallo specchietto quando mi fa
“girato l’angolo ci siamo e..”
ci siamo, peccato che e’ il palamadza ed invece di napoletani che vendono magliette ci sono nomadi accampati con barbecue.
“forse ho preso un abbaglio”
forse..
“non si preoccupi, ora ho capito, si trova da tutt’altra parte..ne parlava anche il giornale di questo brus spris, non so perche’ ho fatto questo errore”
“non lo so neanche io, non ho fretta, ma magari il tassametro..”
alla fine e’ stato gentile, siamo ritornati dalle parti della stazione ed ha azzerato tutto, mi ha regalato il giornale e mi ha fatto anche lo sconto..poteva andare peggio.
visione insolita del concerto, per me, oggi al secondo anello di questo bel palazzetto, lontano dal calore del pit.
visto da quassu’ il concerto rivela meglio i particolari ed i dettagli di questi 18 grandi elementi.
bruce sta ritrovando il feeling con queste note e con ognuno di loro..immagino che fino a roma sara’ un bel crescendo.
ho ancora l’impressione che le 2 canzoni finali, belle energiche e molto partecipate dal pubblico, possono essere un bell’inizio o messe nel bel mezzo della scaletta per scaldare ancora un po’ l’aria..ma e’ solo una mia impressione.
atlantic city e’ ancora piu’ bella di bologna, long time comin’ non l’avevo mai sentita e fatta cosi’ e’ davvero giusta.
sinceramente non capisco quei pochi che fischiavano patti tutte le volte che si avvicinava al microfono, sinceramente non capisco neanche quelli che prenotano lo stesso albergo di bruce per sperare di beccarlo durante una sauna, ma non e’ che uno puo’ capire tutto e tutti, nella vita.
mike.