Archivio della Categoria 'sulla strada'

una baia dopo l’altra.

domenica 4 maggio 2008

ieri la serata e’ finita cosi’ presto che dopo la cena aussie style nel nostro hotel, non ricordo niente. probabilmente abbiamo fatto in tempo ad arrivare in camera prima di crollare, visto che ci risvegliamo alle nove belli freschi sui nostri letti.

invece di passare la giornata a nord nella foresta che si estende nella parte alta del queensland, ci concediamo un’ultima giornata di relax, direzione palm cove.
un’ora di autobus verso nord, passando per diverse baie e diverse spiagge, tutto dallo stesso sapore, sabbia bianca e verde sopra.
qui il mare non e’ il massimo, a ridosso della spiaggia, con l’acqua sul marrone a causa del fondo di sabbia scura.
e’ ancora periodo delle temutissime meduse, niente da vedere con le nostre, con alcuni tipi che addirittura provocano l’arresto cardiaco e respiratorio. cosi’, per la sicurezza dei bagnanti, vengono piazzati dei galleggianti con sotto delle reti a protezione di alcune aree, in modo da far evitare pericoli a chi vuole entrare in acqua.
quanto verde qui intorno, passiamo in autobus in mezzo a vere e proprie foreste, fai fatica a pensare che pochi metri piu’ in la’ c’e’ l’oceano aperto.

la nostra vacanza sta finendo e si vede da come ci muoviamo, dalla voglia che abbiamo di stare al sole distesi e basta, le nostre menti ed i nostri occhi sazi e soddisfatti. niente estremo nord e foresta, niente port douglas un po’ piu’ in su, solo mare e riposo.
anche raccontare e’ piu’ difficile, forse la testa sta gia’ volando verso il ritorno in italia.

shopping, cena italiana discreta, ultime bevute in giro (una in un locale indecente che fortunatamente abbiamo scoperto solo l’ultima sera) prima dell’ultima notte in territorio australiano.

domani si vola.

mike.


in mezzo a pesci di tutti i colori.

sabato 3 maggio 2008

4 ore di sonno sono sufficienti, perche’ oggi ci aspetta una visita alla barriera corallina piu’ grande del mondo.

per non farci mancare niente, prima della visita alla barriera ci facciamo portare su un’isola a 45 minuti da cairns, green island, per due ore di sole in mezzo all’oceano.
anche oggi il tempo e’ un po’ incerto, ma prevale il sole, speriamo di non perderlo strada facendo.
invece il vento potrebbe anche diminuire un po’, la barchetta che ci porta al largo fa su e giu’ in modo preoccupante, il capitano davanti a noi che non degna di uno sguardo le onde alte, piedi sopra gli strumenti e risate con il tipo di fianco a lui per tutto il tempo.

isola tropicale, green island, con sabbia bianca, palme ed una foresta nel mezzo. Un paio d’ore distesi per recuperare le forze e poi via verso la barriera.

io non avevo mai fatto una nuotata in un posto cosi’, mamma mia.
ci portano ancora al largo per un’ora, fino ad attraccare la nave su una piattaforma ancorata a ridosso della barriera; sedie, sdraie per il sole ed attrezzatura necessaria per fare bagno ed immersioni.
subito in acqua e per mezz’ora nuotiamo tra pesci di tutti i colori e coralli che quando il sole esce dalle nuvole si accendono di una luce unica.
non fosse per il freddo che comincia a farsi sentire, nonostante l’acqua a 26 gradi e le nostre tute intere in lycra da puffi un po’ cresciutelli, staremmo li’ per ore.
quando facciamo per uscire ci passa davanti un pesce napoleone, fa impressione da quanto e’ grande quando ce l’hai a pochi metri da te. e’ anche bizzarro come non fugga dagli esseri umani che ha intorno, noi e qualche sub che si avvicina fino a toccarlo.

un posto bellissimo, ne e’ valsa la pena nonostante l’alzataccia ed il vento che non si e’ fermato mai.
tra l’altro e’ stata anche una giornata dalle grasse risate, complici i vari personaggi da libro che abbiamo avuto l’immensa fortuna di incontrare.

personaggi in evidenza.

– l’uomo dell’est
lui potrebbe entrare senza problemi sul podio del peggiore. Classificato come l’uomo dell’est, dalle origini probabilmente russe, ne combina di tutti i colori.
gia’ all’andata, sul barcone che ci porta al reef (barriera corallina) si distingue per fare (e farsi fare) foto in tutte le posizioni sul ponte della barca, dove e’ gia’ difficile stare seduti senza tenersi ben saldi, tanto e’ alto il mare.
una volta in acqua e’ l’unico che si fa riprendere dai bagnini che ci tengono d’occhio perche’ sale in piedi per almeno tre volte sui coralli che quasi affiorano dall’acqua, solo per sistemarsi la maschera (e vedevi scritto dapertutto che i coralli non vanno toccati). se senti dei bagnini fischiare, ce l’hanno con lui.
non gli basta, al ritorno, con il mare ancora piu’ alto e la barca che oscilla pericolosamente si esibisce in numeri quali:
– farsi fare la foto dalla moglie, subito prima di partire, con lo sfondo del mare, lui in piedi al di fuori del parapetto. risultato, un tipo dell’equipaggio che se ne accorge, si attacca al fischietto e lo ricopre di insulti (tra l’altro, quando ritorna dentro si accorge che la moglie ha sbagliato a fare la foto e gliene dice di tutti i colori).
– non contento della foto di cui sopra, a barca in movimento con onde paurose si fa fare altre foto dalla moglie finche’ un’onda non arriva fin sopra la barca dove siamo noi, risultato: lui, macchinetta e moglie completamente bagnati e quest’ultima che fa un volo da circo, non so come senza fratturarsi una gamba su una panca.
– non gli basta, vuole un’altra foto, sempre barca in movimento. la moglie lo guarda con uno sguardo che dice tutto, cosi’ chiede il favore ad un giapponese seduto li’ di fianco, sui sessanta ed intento a non perdere la salda presa sulla sua panca per non volare di sotto. risultato: arriva un’altra onda addosso al giapponese, il nostro amico cade di nuovo e la macchinetta fa un altro bagno.
lo so che non e’ bello ridere sulle disgrazie altrui, ma io e taddo ci siamo in piu’ momenti quasi sentiti male.

– i giapponesi
quelli strani, credo, li abbiamo incontrati tutti noi, e tutti nello stesso posto.
partendo dalle giapponesi in spiaggia a green island che gonfiano e si mettono la ciambella prima che cominci la spiaggia, si fanno quei 20 metri con ciambella addosso per arrivare al mare e stanno 30 minuti su acqua alta non piu’ di un metro. una ciambella discreta, tra l’altro, avra’ avuto un metro di diametro.
una loro simile fa anche meglio partendo da in cima la spiaggia con maschera e boccaio infilato, giubbotto salvagente e bermuda belli larghi indossati, meno male non aveva con lei le pinne.
e vogliamo parlare della coppia dalle mille foto, con tanto di cavalletto portato fino in acqua, avranno fatto un centinaio di autoscatti sempre nella stessa
posizione.

grazie, ci siamo divertiti.

mike.


 

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