venerdi’ 17, tutti gli aerei portano a dublino
18 novembre 2006
mai creduto nella sfortuna, che ci vede piuttosto bene nonostante la nebbia.
nebbia fittissima fin dalle prime ore del mattino a forli’, dove il nostro aereo che ci deve portare a londra non riesce ad atterrare causa visibilita’.
cominciamo bene, aereo dirottato su ancona, dove ci portano in autobus e dove troviamo una giornata primaverile, 18 gradi in un cielo limpidissimo..in realta’ la nebbia era solo intorno l’aeroporto..gia’ al casello di forli’, niente.
la prima regola da seguire quando vai a vedere un concerto di bruce e’ non viaggiare mai il giorno del concerto, figuriamoci se poi prendi due voli ryanair sperando nella coincidenza..ti fai ovviamente del male.
arriviamo a londra che sono gia’ passate le 16, io ed il grande giorgio (uno di porto san giorgio che vive a rimini e lavora a riccione, aspetti molto rilevanti per le nostre storie), ovviamente il volo gia’ prenotato delle 15.45 per dublino lo possiamo anche salutare.
con un colpo di mano di rara bellezza, con giorgio che minaccia piu’ volte di appoggiare sul desk della ryanair qualche ragione consistente, riusciamo a cambiare il biglietto con una penale, evitando di comprarne uno nuovo a quasi 300 euro.
sembra fatta..di corsa al check-in, ma c’e’ fila e sta per chiudere, abbiamo solo due persone avanti, forse..check-in chiuso.
“senti, abbiamo preso il biglietto dieci minuti fa, non puoi sbatterci fuori adesso” gli faccio, ma giorgio e’ piu’ convincente di me e non deve neanche dire niente, basta lo sguardo.
bene, abbiamo il nostro biglietto, scritto a mano con il check-in chiuso.
sembra fatta..ma bisogna correre, gate 42, che dal check-in significa centinaia di metri tra scale mobili, corridoi e saliscendi. eccoci..ci siamo..gate chiuso. no, niente aereo perso, e’ solo in ritardo..certo.
la partenza era prevista alle 17.10, riusciamo a partire che sono quasi le 18, sotto una pioggia molto insistente..le possibilita’ di arrivare in tempo sono sempre di meno.
forse il pilota aveva anche lui un biglietto per il point, e’ volato letteralmente atterraggio compreso, siamo rimasti in pista per miracolo.
l’uscita e’ ovviamente ad una distanza di nuovo improponibile..fuori di corsa alla ricerca di un taxi, con la temperatura sempre piu’ vicina allo zero. le 19.30 quando il nostro tassista ci accoglie, rigorosamente in maniche corte.
“the point, please”
“is there something tonight?”
“yes, the show start at 8”
“oh my god!”
proviamo a spiegargli che e’ importante, siamo arrivati giusto dall’italia per vedere il concerto..lui sembra capire sempre di meno, ma alla fine dichiara “we can do it”.
un paio di rossi ed un paio di birilli abbattuti, con giorgio che prova anche a fargli fuori lo sportello ed il portabagagli, ed il risultato e’ splendido..alle 20.10 siamo dentro, ad appena 12 ore dalla partenza.
ora, bruce, puoi uscire.
forma splendida del maestro e di tutta la band, i pezzi vanno ormai via a memoria e l’energia e’ quella giusta.
tante telecamere presenti per questi show di dublino, stanno registrando tutto per farne probabilmente un dvd.
il pubblico non e’ caldissimo e bruce prova a coinvolgerlo ad ogni occasione..fino a chiedere “alzate il vostro culo irlandese da quei seggiolini!”..ma a lui ed i ragazzi poco importa, danno il massimo come al solito.
prima di devils and dust le immancabili parole contro il presidente americano, piu’ forti del solito dopo i risultati delle ultime elezioni.
nella seconda parte dello show parla molto, approfittando del pubblico di lingua inglese
“..in fondo si e’ giovani una volta sola, pero’ questo momento lo possiamo allungare quanto vogliamo..”
e per lui la fine della giovinezza sembra ancora ben lontana.
prima volta che ascolto blinded by the light in veste seeger sessions band, versione ska tutta da ballare.
due ore e mezza di grande musica, in attesa di tante sorprese nelle prossime due serate.
a piedi fino in temple bar, vento gelidissimo, qualche pinta di birra e a dormire in un tipico b&b dublinese. finalmente.
mike.
23 novembre 2006 alle 8:12 pm
Sigh, sto bevendo una Beck’s e la mente vola immediatamente alle pinte di delizioso oro nero bevute in quel di Dublino…ma tant’è, Dublino lì resta e si può sempre tornarci no?
Giusto un paio di aggiunte al resoconto del viaggio di Michele…perchè lui (e il dottò) erano sì in viaggio sperduti nelle nebbie di mezza europa, ma io ero in balia degli elementi (e delle paure) a due passi dal porto di Dublino, a due metri dal Liffy, con un vento gelido che ti si infilava fin dentro le ossa. Paura perchè? Perchè Michele aveva (in teoria) il mio biglietto per il concerto. E quando alle 11 mi arriva un messaggio che dice, più o meno, “porca troia miseria, ci hanno dirottato l’aereo!”, io penso subito che oggi è venerdì 17, e che la sfiga, che uno ci creda o no, è capace di colpire quando più te l’aspetti.
Quindi io mi fiondo al Point, per verificare che, a parte i 60 temerari in fila, non si sa nulla su biglietti e botteghino…e questo fino a circa un’ora prima del concerto, quando ormai privo dell’uso pei polpastrelli causa congelamento, un sant’uomo della security del Point chiama me (che ciondolavo da un buon tre ore alla vana ricerca di un biglietto ,e che ormai disperatamente stavo per “approfittare” di un bagarino) e un paio di ragazze (anche loro italiane), che è avanzato qualche tagliando e che, se vogliamo, ci accompagna fino al box office facendoci saltare tutta la fila.
Vogliamo? Eccome se vogliamo cazzo!!!
13 biglietti c’erano…
Cmq il resto è storia. Gran concerto, con una Open All Night spaziale! Notevole l’arrivo di Michele e del dottò un quarto d’ora prima dell’inizio, e notevoli le pinte di Guinness e i bicchieri di Jameson dopo!