quando si dice non è mai troppo tardi.
lunedì 19 luglio 2010
foto di Norte_it
forse è arrivato il momento di togliere la polvere da questa bella pagina (se non per i contenuti, per tutto il sudore che ci hanno messo ale e ila), manco non ne fossero successe di cose negli ultimi, diciamo, 11 mesi.
soprattutto sono cambiati i modi di comunicare, in particolare su internet. sempre più spazio al microblogging, agli aggiornamenti in tempo reale che, per definizione sono meno approfonditi, più veloci. questo non significa con meno qualità, ma spesso è difficile approfondire e tornare su una notizia, un evento, una considerazione, se si usa già qualche altro strumento che accorcia i tempi (e te ne fa risparmiare, di tempo). ma come al solito, dipende tutto dal metodo..e io ne ho perso un po’ relativamente a questo blog.
twitter prima era una finestrella aperta qui a destra quasi per gioco, adesso scrivo e leggo quasi solamente lì le notizie dal network che ho (non so quant’è che non apro google reader..meglio non pensarci).
e ce ne sarebbero di cose da approfondire, a partire dal mondo della tecnologia, che cambia continuamente da sempre il modo di vivere la mia vita profefssionale..e non solo.
lo spunto, e la conferma, è arrivata sabato scorso a bologna, durante la prima conferenza italiana dei sindaci di foursquare. da quello che ho visto, sentito e letto, lascio 2 spunti che mi girano per la testa da un po’:
- questi strumenti (e parlo ora di geolocalizzazione) saranno un’ottima occasione e possibilità per tutte le aziende (guardiamo al tessuto imprenditoriale italiano e lasciamo perdere le poche grandi realtà) quando saranno accessibili in modo semplice (tecnologia) e naturale (cultura) dalla maggior parte delle persone. cercare un ristorante nelle vicinanze da un’applicazione del nostro telefono è una cosa che facciamo veramente in pochi. molta più gente di 2 anni fa, ma siamo ancora molto pochi.
- la mobilità, la velocità di condivisione e le “applicazioni per qualsiasi cosa” stanno sempre di più eliminando il confine, che una volta era ben marcato, tra vita professionale e vita privata. questa, secondo me, è una gran bella cosa. so che tanti non la pensano allo stesso modo (dai problemi di privacy in giù), ma personalmente, sapere cosa fanno (nei limiti del decente) i miei clienti, i miei amici, il mio network anche al di fuori del lavoro, mi aiuta a far crescere un elemento senza il quale farei fatica ad andare avanti con la stessa voglia e passione: il rapporto umano, unico modo per costruire la fiducia.
e allora, a presto (forse) 🙂
mike.