sei giorni con il parco delle foreste casentinesi.
mercoledì 7 novembre 2007il tanto atteso ponte di inizio ottobre e’ finalmente arrivato.
ponte e trasferta che rischiavano veramente di saltare, quando solo il giorno prima una telefonata inaspettata annullava la partenza prevista per monticiano..ma il nostro viaggio da quelle parti e’ solo rimandato.
cosi’, grazie ad internet ho trovato proprio quello che faceva per me (alla ricerca di un posto dove il campo telefonico e’ prossimo allo zero) e kaori (alla ricerca di un po’ di riposo prima della festa di sabato prossimo).
mercoledi’ non potevamo dare il via a questi giorni di verde con un inizio migliore, con due ore di terme a bagno di romagna, giusto sulla strada della nostra destinazione.
un’ora e mezza di strade favolose ai confini del parco e siamo a quella che per quattro giorni diventera’ la nostra casa.
castagneto picci e’ un agriturismo a 600 metri di altezza, a soli quattro chilometri da stia (arezzo). 4 appartamenti in uno splendido casolare in pietra, proprio in cima ad una collina che domina questo versante del parco delle foreste casentinesi, dal monte falterona a camaldoli.
il silenzio non poteva essere migliore, siamo gli unici ospiti di fabio, il padrone di casa, senza vicini nel raggio di chilometri, solo qualche gatto ed i cavalli poco lontani.
il risveglio di giovedi’ ci trova impreparati; tanto vento e nuvole, con la bora che si alza senza tregua e ci fa entrare subito in pieno novembre, con il termometro che segna 8 gradi.
proviamo a spostarci dentro il parco sperando che la situazione migliori, ma non e’ proprio giornata; prato alla penna, neanche 1.300 metri ed il termometro segna gia’ tre gradi, cosi’ rimaniamo in auto su strade strettissime e deserte fino a camaldoli, senza avere la forza di scendere per visitare eremo e monastero, concedendoci solo piccole pause per ammirare l’acqua che qui scorre forte ed abbondante.
e’ gia’ primo pomeriggio e ci spostiamo verso poppi, con un cielo un po’ migliore che ci fa godere a pieno di questo splendido borgo medievale, con i suoi percorsi pedonali che portano dal basso fino al centro storico del paese, che culmina con il castello perfettamente tenuto.
per oggi puo’ bastare, manca solo una visita al centro informazioni del parco per pianificare i prossimi giorni ed una sosta di carattere enogastronomico per pensare al menu’ di questa sera.
il buio arriva presto, come la nostra cena; un po’ per la fame, un po’ per entrare come si deve nel clima toscano in cui siamo immersi: spaghetti con funghi porcini e tartufo bianco, salame di cinghiale, pecorino casentino con miele di castagno, vino nobile di montepulciano. oggi a letto presto che domani si cammina, giusto il tempo di studiare meteo, carta e sentieri.
venerdi’ il tempo non sembra dalla nostra parte, ma la destinazione scelta e’ verso nord, proprio al confine tra l’emilia-romagna e la toscana, cosi’ dovremmo essere piu’ fortunati.
un’ora e mezza di auto tra strade impossibili e siamo al nostro punto di partenza scelto la sera prima, il passo della peschiera, 930 metri slm.
qualche nuvola, ma le previsioni fanno sperare in un miglioramento durante la giornata, cosi’ approcciamo questo sentiero che ci portera’, con un anello, fino alle cascate dell’acquacheta, rese fin troppo famose da dante ed il suo esilio.
fin troppo perche’ il pericolo e’ incontrare tanti turisti, cosa che voglio proprio evitare, quello che abbiamo intorno va goduto cosi’ com’e’, pochi intrusi e tanto silenzio.
per evitare la folla abbiamo cosi’ scelto questo sentiero, meno famoso e piu’ difficile, fino alle cascate dovremmo cavarcela bene.
causa svista (e pericolo toro) al primo incrocio, imbocchiamo l’anello dal verso contrario rispetto a quello consigliato nella nostra guida, ma poco male, il saliscendi e’ piuttosto uniforme tranne per il pezzo finale che sara’ un po’ piu’ duro.
peccato che il sentiero, da questa parte, sia poco segnalato, cosi’ finiamo per perdere la bussola; nessun problema, la carta ci aiuta a non perdere contatto con i nostri punti cardine ed il sentiero e’ favoloso, una distesa di foglie ed un terreno piuttosto asciutto che salgono su fino a 1.200 metri, per poi percorrere tutto il crinale, tra boschi dall’odore intenso di porcini a spianate che dominano le valli sottostanti.
i colori dell’autunno nelle giornate di sole come questa sono perfetti per questo paesaggio, con il sole che scalda l’aria ed il vento freddo che non punge troppo.
il tragitto si fa lungo e rischiamo di fare un giro troppo largo per chiudere il nostro anello, cosi’ tagliamo fino a tornare quasi al nostro punto di partenza, per imboccare il sentiero che segna l’altra meta’ dell’anello che ci portera’ fino alle cascate.
il sentiero e’ ben segnalato su pietre ed alberi, ma la strada non e’ quasi mai segnata, una distesa di foglie immensa che, immaginiamo, ci fara’ incontrare poche persone.
un buon passo, qualche contrattempo per la via persa in alcuni punti, tanto fango fin sopra le caviglie ed un paesaggio tanto vario quanto emozionante ci fa giungere alle cascate in un’ora e venti contro le quasi due ore previste dai cartelli del cai.
le cascate arrivano quando non te lo aspetti, un tornante secco a destra e cominci a sentire il suono assordante dell’acqua, che fino a pochi metri prima era inesistente. qualche centinaia di metri ancora e si scoprono anche all’occhio in tutta la loro altezza e potenza, 70 metri di salto sulle rocce nude. incantevole.
qui incontriamo le prime persone che sono arrivate dall’anello classico ed in un quarto d’ora ne vediamo diverse, meno male che imboccano i tre sentieri che si diramano da qui, tranne il nostro.
si e’ fatto tardi, tra un paio d’ore sara’ gia’ buio, cosi’ un’occhiata veloce alla carta ci fa scegliere di tornare per la stessa strada, troppo rischioso cercare di chiudere un anello da qui, non siamo attrezzati in caso di buio in questi posti sconosciuti.
il ritorno e’ meno agevole dell’andata, anche se certi punti fatti in salita..
..ricordano quelli fatti in discesa un paio d’ore prima..
..verso diverso, difficolta’ simili.
il sole comincia ad abbassarsi ed il colore dei castagni diventa ancora piu’ suggestivo, fino ad arrivare alla macchina, dove il colore dell’asfalto da quasi fastidio agli occhi, tanto eravamo abituati al verde, rosso e giallo.
6 ore di stupendi sentieri, solo un essere umano incontrato lungo il tragitto (che probabilmente abita qui, solo 3 case nascoste in mezzo al bosco), tante foglie ormai secche e 16 chilometri di saliscendi. una gran giornata.
dopo la scarpinata di ieri, il sabato e’ pienamente dedicato alle citta’ d’arte.
con calma, una decina di ore di sonno non ce le toglie nessuno, cosi’ ci godiamo anche un po’ di questa splendida giornata intorno casa, dove finalmente possiamo ammirare i colori ed i confini dei monti tutt’intorno.
e’ gia’ quasi ora di pranzo quando siamo a firenze, accolti da una temperatura primaverile, il termometro della nostra auto segna inesorabilmente 22 gradi. tempo da maniche corte, cosi’ il passeggio da ponte vecchio a piazza della signoria, passando per la galleria degli uffizi (5 ore di coda per visitarla oggi) e’ piu’ piacevole, anche se caotico e chiassoso.
firenze e’ sempre una citta’ stupenda, con un centro tenuto benissimo e fiancheggiare l’arno e’ sempre suggestivo e rilassante.
pranzo veloce e via alla volta di arezzo, attraversando le valli del chianti, con i filari di vite ormai gialli che si perdono all’occhio. anche il centro di arezzo ha il suo bel perche’, a tratti arrampicato su dislivelli notevoli, a tratti piano e regolare. oggi e’ anche tempo di mercato dell’antiquariato (per fortuna in chiusura vista l’ora), cosi’ la vista di tutte quelle vie e’ un po’ rovinata dai fagotti di bancarelle chiuse pronte per l’indomani.
una visitana ad una bottega di prodotti tipici non ce la facciamo mancare, cosi’ questa sera si mangiano olive sott’olio, pecorino stagionato e cantucci con un vin santo strepitoso da 20 euro per mezzo litro.
domenica e’ tempo di partenze, ma invece di prendere verso casa, riattraversiamo il parco per il passo della calla e campigna, su fino a corniolo. anche oggi e’ una gran bella giornata, cosi’ ci concediamo una passeggiatina (qualcuno la chiamerebbe sgambatura) verso ca’ mandrioli, 7 chilometri senza pretese anche per testare nuovi strumenti di navigazione satellitare.
stasera siamo ospiti dell’amico fausto, che non perde mai l’occasione di coinvolgermi in progetti nuovi e stimolanti.
borgo basino e’ veramente una favola, quattro appartamenti arredati e composti in modi diversi (secondo le 4 stagioni da cui prendono nome); a noi tocca la primavera, tutto colorato di verde, con mobili in legno in perfetto stile romagnolo degli anni passati, con un odore di lavanda gradevole sempre presente. come se non bastasse in camera c’e’ un cesto con alcuni prodotti della fattoria (sempre legati alla nostra stagione), con maschera per il viso in argilla, olio per massaggi, candele ed aromi naturali.
a cena siamo ospiti dell’agriturismo bellaria, distante solo 4 chilometri (ma fatti nella x5 di fausto, tra l’altro in 6, non sono proprio una passeggiata), con una vista straordinaria della valle sottostante.
cucina tipica anche qui, come se non bastasse tutto quello che ci siamo mangiati nei giorni scorsi..il rientro in acqua martedi’ non sara’ dei piu’ agevoli.
lunedi’ e’ tempo di riprendere il lavoro, ma lavorare in questi posti non e’ come farlo a casa; il tempo sembra scorrere piu’ veloce, l’ambiente che hai intorno aiuta a produrre nel modo giusto. a partire dalla colazione, in compagnia di mila e fausto davanti al loro camino, con tisana al finocchio, marmellate di tutti i tipi, crostate e ciambellone fatto in casa.
la mattina e’ dedicata alle interviste fatte da una tv locale, cosi’ presento il nuovo web site delle fattorie faggioli targato e-x, a seguire veloce tavola rotonda con amici dalla basilicata e dalla bulgaria, parlando di progetti europei e turismo rurale.
il pranzo presso un agriturismo alla periferia di forli’ non poteva essere migliore, ancora prodotto tipico a volonta’ ed il nostro stomaco che comincia ad alzare bandiera bianca senza tregua; ma ormai e’ fatta, ultimo sforzo e stasera si torna alla normalita’.
dopo un pomeriggio passato a fare un po’ di formazione ai 4 ragazzi in stage in fattoria, e’ ora di tornarsene veramente a casa.
sei giorni perfetti.
ora, contenti e riposati, siamo pronti per ripartire.
anche se ho un po’ paura ad aprire il mio thunderbird..
mike.