we’re only here for fun.
2 luglio 2008 00:25
foto dell’amico roberto sasso
verso nord.
e’ li’ che dovevo puntare quel pulmino in affitto, senza chiedere il permesso a nessuno e senza guardare le facce perplesse che si aspettavano il tranquillo ritorno a casa.
ma abbiamo preso la strada sbagliata.
giu’, verso casa, quando l’unica cosa giusta da fare era arrivare a parigi, per poi spostarsi in scandinavia, su fino a dove il sole non tramonta mai e fermarsi solo a barcellona, quando il 20 luglio la giostra europea avra’ finito i suoi giri, per tornare da dove e’ arrivata.
ci sono quelli che la gente chiama concerti.
poi ci sono i concerti di bruce springsteen.
dopo arrivano i concerti di bruce in italia.
ed alla fine, bruce springsteen and the e street band suonano a san siro.
fine della storia, non puoi chiedere di piu’.
gli ingredienti erano quelli perfetti, come 5 anni fa, stesso palco, stesso periodo.
e’ passata una settimana, ormai, ma il colore che hanno lasciato i ragazzi sulla nostra pelle e’ ancora bello nitido.
non esiste il concerto perfetto, ma questo come minimo lo sfiora.
tre ore ininterrotte di puro rock and roll sputate addosso a migliaia di persone, dove sono sicuro che anche chi stava a 50 metri di distanza sentiva il suo sudore e se ne sara’ tornato a casa con un po’ di energia in tasca.
come fai a parlare di scalette, di pezzi che ho ascoltato per la prima volta dal vivo, di come saltava chi avevo intorno, della voglia che aveva quell’uomo di andare avanti ancora, ancora ed ancora, senza sapere come fermarsi, eterno prigionero del rock and roll.
ogni cosa a suo posto, e poco importa se l’acustica non e’ delle migliori, se la fila del pit poteva essere gestita meglio, se fa caldo fare la coda al sole. chi se ne frega, io aspetto solo che si spengano le luci, anche se ancora c’e’ il sole, per ballare ancora una volta insieme agli amici che ho intorno, quelli veri.
“c’mon max”
e da li’ per me era tutto chiaro, tutto poteva succedere e tutto sarebbe accaduto
“can you feel the spirit now?”
e come fai a non sentirlo, ti entra dentro e ce ne vorra’, prima che ti lasci.
angeli vagabondi fatti di luce, come quei pazzi sul palco che giocano a fare i ragazzi.
non durera’ per molto, sento dire.
questa puo’ essere l’ultima volta che li vediamo, qualcuno sussurra.
chiacchiere da bar, fatemi godere la luce che si fa sempre piu’ forte, in modo inversamente proporzionale alla notte che avanza, quasi a cercare un equilibrio che fuori da qui non esiste.
il contatto con la gente sempre in primo piano, con tanti pezzi per saltare e perdere il fiato.
il magic tour non e’ arrrivato fino a san siro, un concerto cosi’ fa parte di qualcosa che e’ al di fuori di qualsiasi tour e setlist con una certa logica.
tutto di un fiato, con una versione di because the night e racing in the street che non avevo mai sentito con quella coda, da una parte nils a non voler terminare di far cantare la sua chitarra, dall’altra roy che voleva a tutti i costi che il suo piano continuasse a suonare per tutta la notte.
alla faccia dell’inizio di concerto anticipato per tener fede al coprifuoco imposto dal comune di milano, dopo le undici e mezza niente piu’ musica.
si, vallo a dire te a quel tipo vestito di nero sul palco, pochi minuti a mezzanotte e la fender ancora al collo, se ti avvicini come minimo ti stacca una mano a morsi.
su, in alto, alla ricerca della nota perfetta, forse l’hanno anche trovata i ragazzi, ma io ero gia’ perso, vagavo con lo spirito della notte mentre loro stavano lassu’ e si divertivano come sanno fare. da anni.
finche’ non mi sono trovato sdraiato su un prato, fuori dallo stadio, con la musica spenta ed i riflettori senza luce, sperando di aprire gli occhi e trovare un pulmino che mi avrebbe portato a nord.
no, dovro’ aspettare.
pochi giorni, ma dovro’ aspettare.
se volete la setlist, andatevela a cercare in internet.
io non ho il coraggio di rimetterci gli occhi, altrimenti prendo il primo volo e parto.
vedi, puoi aver visto 1, 33 o 119 suoi concerti, ma alla fine chiuderai gli occhi sfinito, pensando
beh, ci ha dato dentro come se fosse l’ultimo.
aspettando, sempre, la prossima volta.
sperando che arrivi presto.
mike.